lunedì 22 agosto 2011

I fratelli malesi.

E’ notte piena. Dalla mia postazione vedo i tetti di Melaka, le guglie della cattedrale che sembrano di cartone. La luna gioca a nascondino dietro alle nuvole e le fanno compagnia poche stelle in cielo; una, probabilmente, non è una stella, è Giove.

Non ho sonno. Il mio livello energetico è alto ma non sono in grado di utilizzarlo come vorrei, è come una palla da lanciare che mi resta in mano. Ancora non capisco cosa sta succedendo in questa fase della mia vita. Voci della mia infanzia, voci del tempo che è passato affollano la mia mente, antichi legacci culturali mi stringono i polsi.

Eppure c’è movimento, sono consapevole della mia energia, e sto trovando una strada per utilizzarla che è stare nella verità, distinguere quello che uno sente ed esprimerlo così com’è, con semplicità, senza preoccuparsi del giudizio.

E’ stato tempo di relazione. Giorni passati all’avventura con mio fratello, con tutto quello che ha significato in questo momento. Matteo è come un miracolo. Dove passa è come se il tessuto del tempo si attorcigliasse e facesse un nodo. Persone che sarebbero andate in una direzione subiscono la forza della sua presenza come la gravità e si interrompono interdette, stupite e poi, generalmente, divertite.



Da Padova a Melaka, questo modo di relazionarsi è stato presente in tanti discorsi, in tante menti e in tanti cuori e per noi due è stato occasione per confrontarsi sui grandi misteri dell’universo, l’amore, la verità, le convenzioni sociali, il potere, l’energia…



Abbiamo viaggiato nel modo che preferisco, scegliendo la destinazione alla stazione degli autobus, o direttamente sul treno già in corsa. A Pulau Perehentian abbiamo vissuto qualcosa di magico. Grazie alla presenza catalizzatrice di Matteo, si è creato un gruppo molto unito, come di vecchi amici che si vogliono bene fin dall’infanzia e fanno tutto insieme e chiunque è benvenuto.



Sulla costa est della Malesia abbiamo trovato delle isole meravigliose, acqua calda e cristallina e brulicante di vita, spiagge bianche e poco frequentate, foresta, chalet economici a pochi metri dal mare. Ci è mancato invece vedere la tigre nella giungla, in compenso abbiamo trovato tanta merda di elefante, pippistrelli e alcune simpatiche sanguisughe che il primo giorno hanno pensato bene di farmi una trasfusione ai piedi.



Ora la vacanza è finita. Tutti gli italiani che ho trovato in giro in agosto, la tranquillità di girare con mio fratello, mi hanno dato questa percezione. Matteo torna in questo momento alla giungla padovana e io ritorno al mio viaggio. Sarò fastidioso e mi sento leggermente in imbarazzo a dire che partire per le Filippine con Vanessa, quando la maggior parte degli italiani sta tornando al lavoro, mi sembra proprio che non abbia prezzo.

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