mercoledì 25 maggio 2011

Ciao Perth, ricomincia l'avventura.

Sono un po’ stanco. Ieri è stata la prima buona notte in ostello nell’ultima settimana. Sento il sonno sugli zigomi, e mi manca il sole, il vento sulla pelle. Mi sento anche un po’ solo, ma va bene così.

Sono qui, e ho questa vita da vivere, in cui essere presente momento per momento. Guardare indietro a chi, a cosa ? Sono qui, dall’altra parte del mondo, l’ho voluto io e sapevo che sarebbe stato così anzi, me l’immaginavo più dura.

Ogni posto va bene, ogni persona va bene, ho solo da trovare il mio angolo di pace.

Finalmente sto per partire. Un po’ d’avventura australiana, un 4x4, qualche zona remota, una buona compagnia.

Goodbye Perth, the adventure restarts

I’m a bit tired. Last night was the first good night in the last week. I feel the sleep on my cheek, and I miss the sun, the wind on my skin. I feel alone as well, but it’s good like this.

I’m here, and I have this life to live where to be present moment by moment. Looking behind at who, at what ? I’m here, in the other part of the world, I wanted it and I knew that it has been like this, rather I imagined harder.

Every places is good, every people is good, I have just to find my corner of peace.

Finally I’m leaving. A bit of Australian adventure, a 4wd, some remote zone, a good party.

martedì 17 maggio 2011

Siddharta, lo sperimentatore

Prendi un pezzo di campagna a 2 ore di strada dalla città, lì dove fattori che amano la solitudine contendono alla terra rossa e povera dell’outback il diritto di restare.

Immagina un paio di costruzioni grezze adagiate su dolci colline, dove il cielo è largo e i tramonti sono tutti da cartolina.



Ascolta la voce del vento tra gli alberi, il verso stridulo di strani uccelli, il familiare muggito di alcune mucche poco lontano.

Le 4 del mattino. L’alba è ancora lontana, la croce del Sud risplende puntuale in cielo. Il suono di un gong rompe il silenzio della notte, la vibrazione rimane a lungo nell’aria, irreale. Poco alla volta fantasmi che si muovono silenziosi e decisi, ignorandosi, compaiono e scompaiono tutti inghiottiti dallo stesso edificio.

2 ore dopo di nuovo un colpo di gong. La luce delle stelle lascia il posto alle ombre lunghe dell’alba e nuovamente figure silenziose si spostano da un edificio all’altro. Finalmente si avviano a fare colazione. Porridge, cereali, mele cotte, pane, burro, marmellata. Nessuno parla, lo sguardo è perso lontano, verso un orizzonte immaginario, resta solo il rumore dei piatti che sbattono e del bollitore per l’acqua calda.




Immagina ora di dover guidare un’auto di formula uno e di dover gareggiare per la vittoria mentre la Pamela Anderson di 20 anni fa ti sta facendo un lavoretto. Non ce la fai, il risultato è che vai a sbattere continuamente da tutte le parti. Per me il primo giorno è stato così, la mente che sgusciava da tutte le parti, un frullatore di immagini e di emozioni, senza via d’uscita, mentre cercavo una posizione in cui non mi facesse male la schiena o le ginocchia.

Tecnicamente, i primi 3 giorni abbiamo lavorato con Anapana, la tecnica in cui si osserva il respiro e che serve per concentrare la mente. Il resto del tempo abbiamo lavorato con Vipassana, la tecnica in cui si osservano – senza reagire - le sensazioni in tutte le parti del corpo e il cui obiettivo è addestrare la parte inconscia della mente a liberarsi dall’attaccamento ovvero dalla tendenza della mente inconscia a reagire con rabbia o bramosia alla sensazioni del corpo.

La teoria che sta dietro a questa tecnica suppone che quando ci accade qualcosa la mente conscia, a partire dai modelli che ha in memoria, esprima una valutazione sull’accaduto. Il corpo esprime questa valutazione attraverso una sensazione e la mente inconscia percepisce la sensazione e genera rabbia, se la sensazione è spiacevole, o bramosia, se la sensazione è piacevole. Rabbia e bramosia generano sofferenza e la sofferenza infelicità.

La tecnica, allenando la mente inconscia a comprendere che le sensazioni sono temporanee, la addestra a non reagire ovvero ad essere equanime. Inoltre, quando la mente inconscia non si nutre di rabbia o bramosia, porta alla superficie vecchie sensazioni da cui – non reagendo – ci si può liberare. Eliminando la reazione alle sensazioni ci si libera dalla sofferenza e quindi dall’infelicità.

Secondo l’insegnante Goenka, questa tecnica fu inventata da Gotama il Buddha 2500 anni fa e tramandata nella sua versione originale da maestro a discepolo solo in Birmania, l’odierno Myanmar, paese di origine del Goenka.

Ma aldilà dei dettagli tecnici che probabilmente si possono trovare insieme ad una quantità di altre informazioni nel sito dell’associazione Dhamma, questi giorni sono stati per me un’occasione imperdibile di riflessione, su di me, la spiritualità, il concetto di Verità.

Per quanto riguarda la tecnica, sono convinto della sua bontà e della buona fede di chi la insegna. Il fatto che richieda di essere praticata 2 ore al giorno, più un incontro comunitario settimanale, più una full-immersion di 10 giorni una volta l’anno, mi urta un pochettino. Quante cose potrebbero essermi veramente utili praticare 2 ore al giorno ?

Il fatto è che, così mi pare, ognuno ha la sua verità. Ogni movimento, fede, religione è convinta che la propria via sia la migliore per sé e, spesso, anche per te. Qualcuno tollera o ammette che altre vie possano essere buone ma, in fondo, la sua è davvero la migliore e questo passa, passa sempre.

La mia idea, di cui non rivendico l’originalità, è che, come l’unica rivoluzione veramente realizzabile è quella personale, si possa arrivare soltanto a una Verità personale e sperimentata.

Ovvero. Benissimo cercare la Verità in quello che dicono i genitori, gli insegnanti, gli amici, la società, la religione, ma se questa Verità non la sperimento nella mia vita, come farebbe uno scienziato, come posso essere certo della sua bontà ? In particolare, se non mi alleno a esercitare il mio senso critico, come faccio a capire chi sono e cosa voglio dalla vita ? Aspetto che me lo dica mio padre, il presidente del consiglio, il Papa ? E se te lo dice e ti senti infelice a chi chiedi spiegazioni ? E se fai tutto quello che ti dicono e continui a sentirti infelice cosa fai ? Ti rassegni all’infelicità ? Cambi spacciatore ?

Ho cercato a lungo una persona da cui avere risposte che non sapevo darmi. Alla fine le risposte migliori sono state di chi non mi ha risposto affatto. Come posso chiedere a un altro cos’è il meglio per me ? Non trovi la risposta ? Sbatti la testa, rischia, prendi una decisione, assumiti la responsabilità, cresci.

Nemmeno sono d’accordo con chi denigra tutte le istituzioni. Le istituzioni sono imperfette, a volte dannose, ma necessarie. Hanno il compito di dare stabilità alla società, di essere un riferimento al tentativo umano di migliorarsi, sono una memoria di questo tentativo. Chi denigra, secondo me spesso finisce per assimilare il pensiero non istituzionalizzato, gli amici, i media. Per esempio, ho incontrato molte persone che ritengono che l’amore omosessuale e quello eterosessuale debbano essere considerati nello stesso modo, ma non sanno spiegare perché. E’ ovvio. Perché l’amore è amore. Cos’è l’amore ?

Se incontro una persona e mi sembra che abbia una vita armoniosa, felice, nel suo sguardo trovo luce, serenità, ecco, per me è una persona da cui imparare qualcosa. Ma ogni persona è speciale, è un miracolo, e così come non mi aspetto che necessariamente quello che funziona per te funzioni anche per me, così da ogni persona mi aspetto di poter imparare qualcosa. Ci pensavo durante il corso, osservando uno dei tramonti mi sono reso conto che ognuno di essi è unico, che la luce dorata con la quale ognuno di essi illumina il paesaggio non potrà mai essere esattamente la stessa. Quanto più ogni persona!

Credo che molti abbiano letto il famoso libro di Herman Hesse, Siddharta, che racconta una versione della vita del Buddha. Durante la sua vita Siddharta sperimenta diverse esperienze spirituali fino a raggiungere l’illuminazione. Questa per me è una buona via, la sperimentazione.

Come ogni cosa, con il buon senso. Ci sono migliaia di religioni nel mondo, 120 tipi diversi di meditazione classica, liberi pensatori, filosofi, guru, chi più ne ha più ne metta. Sono convinto che nulla succede per caso, che quando ti metti a cercare la Vita ti mette davanti quello che ti serve e che saper scegliere è il primo frutto dell’allenamento al pensiero critico.

Nemmeno io voglio fare il guru. Cerco di condividere i frutti della mia sperimentazione, senza pretese. Credo che in un mondo ideale sarebbe fantastico se ognuno facesse questo e si discutesse di come e cosa sperimentare, come nella teoria dei test che si studia in psicologia, con al centro questioni come felicità, benessere e qualità della vita, senza misurarla con la misura della cilindrata dell’auto o i metri quadri della casa di proprietà.

Ho scritto una storiella. Luisa e Antonia fanno lo stesso lavoro e hanno molte cose in comune. Una di loro però è una sperimentatrice. E’ una storiella, con tutti i limiti di una storiella, prima di tutti che l’ho scritta io in velocità ma, spero, con la possibilità di essere esemplificativa di come credo potrebbe cambiare la vita a uno sperimentatore.

Alla fine il dono più grande che posso farti è lasciarti la tua libertà. Prendi quello che ti serve da me e sperimentalo, se vuoi. Sul tuo cammino c’è scritto solo il tuo nome.

Siddharta, the experimenter

Take a piece of countryside just 2 hours drive from the city, there where factors who love loneliness contend to the red and poor outback ground the right to stay.

Imagine a rough couple of buildings laid out on rolling hills, where the sky is wide and the sunsets are all a postcard.



Listen to the voice of the wind in the trees, to the shrill verse of strange birds, the familiar roar of some cows nearby.

4 in the morning. The dawn is still far, the Southern Cross shines in the sky on time. The sound of a gong breaks the silence of the night, the vibration remains in the air for a long time, unreal. Little by little ghosts that move silently and decided, ignoring, appear and disappear all swallowed by the same building.

2 hours after a gong again. The light of the stars gave way to the long shadows of dawn and again silent figures moving from one building to another. Finally they start to breakfast. Porridge, cereals, baked apples, bread, butter, jam. No one speaks, the look is lost away to an imaginary horizon, it remains only the noise of rattling dishes and a kettle for hot water.




Imagine having to drive a Formula One car and should do to win while the Pamela Anderson of 20 years ago are doing you a job. You can't do it, the result is you go to continually bang on all sides. For me the first day was so, the mind that slipped by all parties, a blender of images and emotions, with no way out, while i was looking for a position where my back or the knees didn't hurt me.

Technically, the first three days we worked with Anapana, the technique where you observe the breath and you need to concentrate the mind. The rest of the time we worked with Vipassana, the technique where you observe- without reacting - the sensations in all parts of the body whose objective is to train the unconscious part of the mind to free from the attachment or the tendency of unconscious mind to react with uncontrolled anger or desire to bodily sensations.

The theory behind this technique assumes that when something happens to your conscious mind, starting from models that in mind, welcome an assessment by the incident. The body expresses this assessment through a sensation and the unconscious mind perceives and creates the feeling anger, if the feeling is unpleasant, or greed, if the feeling is pleasant. Anger and greed generate suffering and suffering generate unhappiness.

The technique, training the unconscious mind to understand that all sensations are temporary, trains it not to react or to be fair. Moreover, when the unconscious mind does not feed on anger or greed, brings old feelings to the surface from which - not reacting - you can leave. Eliminating the reaction to the feelings we are freed from suffering and therefore from the unhappiness.

According to the teacher Goenka, this technique was invented by Gotama the Buddha 2500 years ago and passed in its original form from master to disciple only in Burma, today's Myanmar, the country of origin of Goenka.

But beyond the technical details that probably can be found along with a host of other information in the website of Dhamma, these days were for me a great opportunity for reflection on me, spirituality, the concept of Truth.

As regards the technique, I am convinced of his goodness and good faith of those who teach. The fact that needs to be practiced 2 hours a day, plus a weekly community meeting, plus a full-immersion for 10 days once a year, strikes me a little bit. How many things could really help myself to practice 2 hours a day?

The fact is, it seems, everyone has their own truth. Every movement, faith, religion is convinced that their way is the best for themselves and, often, even for you. Someone tolerates or accepts that other routes may be good but in the end, its is really the best and this passes, it passes always.

My idea, whose I don't claim originality, is that as the only truly viable revolution is personal, you can only get a personal and experienced Truth.

I mean. Fine searching for the truth in what they say parents, teachers, friends, society, religion, but if this truth does not experience it in my life as a scientist would do, how can I be sure of his goodness? In particular, if I don't train to exercise my critical sense, how do I know who I am and what I want from life? Waiting for me to tell my father, the chairman of the board, the Pope? And if he tells you and you feel unhappy, who ask for explanations? And if you do everything they say you and you still feel unhappy what do you do? You resign yourself to unhappiness? Change dealer?

I have long looked for a person from which getting answers that I couldn't give me. In the end the best responses were of who did not respond at all. How can I ask another what is best for me? Can not find the answer? Beat your head, take risks, make a decision, taking responsibility, grow up.

Even I disagree with those who decry all institutions. The institutions are imperfect, sometimes harmful, but necessary. Have a duty to give stability to society, to be a reference to the human attempt to improve, its are a memory of this attempt. Who denigrates, often ends up in my opinion to assimilate the non-institutionalized thought, friends, media. For example, I met many people who believe that heterosexual and homosexual love should be considered in the same way, but they don't know why. It is obvious. For love is love. What's love?

If I meet someone and I seem he has a harmonious life, happy, I find light in her eyes, serenity, for me is a person from whom to learn something. But every person is special, it's a miracle, and as I do not expect necessarily what works for you works for me, so I expect to be able to learn something from everyone. I was thinking this during the course, watching a sunset, I realized that each one is unique, the golden light with which each of them illuminates the landscape will never be exactly the same. How much more each person!

I believe that many have read the famous book by Herman Hesse, Siddhartha, which tells a version of the life of Buddha. During her life Siddhartha experiences different spiritual experiences to reach enlightenment. This to me is a good way, the experimentation.

Like everything, with good sense. There are thousands of religions in the world, 120 different types of meditation, classical, free thinkers, philosophers, guru, so on and so forth. I am convinced that nothing happens by chance, that when you start the search the life puts you ahead of what you need and being able to choose is the first fruit of training in critical thinking.

Neither do I want to be a guru. I try to share the fruits of my experimentation, unpretentious. I think in an ideal world it would be great if everyone did this, and we discussed how and what to make experiments, as in the theory of test that you study in psychology, centered issues such as happiness, well being and quality of life, without measure with the measure displacement of the car or square metres of home ownership.

I wrote a story. Luisa and Antonia do the same work and have many things in common. One of them, however, is an experimentalist. It's just a story, with all the limitations of a story, first of all that I wrote it in speed but, I hope, with the opportunity to be illustrative of how I could change the lives of an experimentalist.

In the end the greatest gift I can make is to let your freedom. Get what you need from me and experiment it, if you want. On your way there is written only your name.

martedì 3 maggio 2011

Il suono del silenzio

Dalla pioggia di Sydney al cielo azzurro di Perth. Migrare come le rondini quando comincia a fare freddo: non ha prezzo. Mi chiedo se può essere sempre così.
Già incontrati diversi italiani, livello di energia alto, sonno da recuperare. Il movimento è sempre fonte di energia per me, specie se alla luce del sole. Qui a Perth autunno d’annata, temperature vicine ai 30 gradi.

Domani parto con Tim per il mio outback personale, outback in tutti i sensi, quello serio, 10 giorni di silenzio, senza parlare con nessuno, solo con me stesso, sveglia alle 4 del mattino, cibo vegetariano e i miei pensieri.
Cosa ci troverò ?
So che è lì che posso trovare i mostri che hanno potere su di me, guardarli in faccia. E’ lì che posso trovare le albe più incredibili, gli spettacoli più maestosi, posso toccare il divino che è in me. Non la faccio lunga, perché tanto in questa cosa supero la soglia di quello che si può condividere.
Mi aspetto soltanto un altro giro di boa in questo viaggio, che nel suono del silenzio il piccolo seme di baobab cominci a mettere radici.

The sound of silence

From the rain of Sydney to the blue sky of Perth. Migrating as swallows when cold is coming: priceless. I wonder if it can always be so.
Already met several Italian, high energy level, sleep to recover. The movement is always a source of energy for me, especially in light of the sun. Here in Perth vintage autumn, temperatures near 30 degrees.

Tomorrow I leave with Tim for my personal outback, outback in all directions, that one seriously, 10 days of silence, without speaking to anyone, only myself, woke up at 4 am, vegetarian food and my thoughts.
What will I find?
I know that is that place where I find the monsters who have power over me, look at their faces. It is that place where I can find the most incredible sunrises, shows more impressive, I can touch the divine inside me. I do not do long, because this time it exceeds the threshold of what can be shared.
I expect just another turning point in this journey, that in the sound of silence the small seed of the baobab tree begins to take root.