Voci di vecchi amici arrivano dall’Italia e mi danno l’opportunità di ragionare e scrivere a proposito della Libertà.
Ho un timore reverenziale di fronte a questa parola, mi sento così ignorante e sprovveduto, indegno di parlarne. Inoltre, stando a contatto con differenti lingue, sono familiare alla relatività del significato di ogni parola. Ma non sono qui per scrivere un saggio, né per insegnare qualcosa a qualcuno.
Mi piace l’idea di condividere con umiltà le mie riflessioni e di cercare, insieme, una verità forse più vera. Proverò, quindi, a guardare alla Libertà come a un diamante dalle diverse sfaccettature. Sono convinto che esista una strettissima connessione tra Libertà e Verità, talmente stretta che, a volte, mi sembrano coincidere.
E’ La Verità, infatti, che vi farà Liberi. (Gv 8,32)So di non sapere, di non avere una sapienza assoluta e globale; accetto che un altro abbia un’opinione, una cultura, un modo di fare diverso dal mio; non giudico e accetto di mettere in discussione tutte le mie idee, sicurezze, modi di fare. Riporto come vero soltanto ciò di cui sono veramente sicuro. Sono preciso nel riportare le mie fonti, nelle parole, nel riportare le mie esperienze come sono realmente avvenute.
D’altra parte, essere liberi vuol dire anche chiedersi il perché, come e cosa e non accettare acriticamente tutto quello che mi viene detto.
Riassumendo, potrei dire che essere liberi è avere un approccio umile, aperto, critico e mai definitivo alla verità delle cose, il che non è distante dall’approccio socratico.
Ma se devo pensare a una persona libera, mi viene in mente Nelson Mandela. Quanti anni passati in carcere lottando contro l’apartheid in Sud Africa ? Puoi mettermi le catene ai polsi, chiudermi in una gabbia, affamarmi, uccidere il mio corpo ma non puoi imprigionare il mio spirito, rinchiudere i miei pensieri.
Penso a Ghandi, alle marcia del sale, a migliaia di persone pacificamente in fila per ricevere le bastonate dei soldati, ad altri anni di carcere, a una grande nazione liberata solo con azioni non violente.
Ho la mia idea e non la nascondo, anche se ti fa male, anche se mi fa male. Essere liberi vuol dire avere il coraggio di portare la propria verità, ed essere pronti a pagarne le conseguenze.
C’è poi tutto l’aspetto che riguarda le dipendenze, la droga, l’alcool, il sesso, le dipendenze affettive, la smania di successo, la televisione. C’è la parte che riguarda l’accettazione della realtà, del dolore.
C’è la parte che riguarda l’ascolto, l’entrare in contatto profondamente con sé stessi.
Essere liberi vuol dire avere il coraggio di guardarsi allo specchio senza raccontarsi bugie, riconoscere di cosa non so fare a meno, riconoscere cosa mi fa paura e, soprattutto, riconoscere quali sono i miei autentici desideri (non quelli dei miei genitori, amici, fidanzate, insegnanti, società). E’ riconoscere che io e solo io sono responsabile della mia vita, della mia felicità, delle mie scelte.
E mettermi in opera. Pazientemente, con fiducia e misericordia.
Come dice Seneca, e riporta Simone Perotti
Non c’è buon vento per il marinaio che non sa dove andare.Essere liberi significa dire sempre la verità, con spietata dolcezza.
Questa è l’abbozzo della complessa traccia della libertà che sto seguendo. Essenzialmente, potrei dire che per me è composta di due parti fondamentali:
fare verità, continuamente, dentro e intorno a me, acquisire autentica conoscenza;
portare alla luce questa verità, avere il coraggio di viverla, giorno per giorno.
Cerco di parlarne nel post che scrivo, lasciando digitali molliche di pane sul mio percorso. Se può essere spunto per qualcun altro, benissimo, se scrivo sciocchezze, prima o poi me ne accorgerò.
Probabilmente non emerge quanto cercare di seguire questa traccia mi metta continuamente in crisi, quante volte mi chiedo che cazzo sto facendo, se sto perdendo tempo, opportunità, che cosa voglio per me, che cosa mi sta dicendo il mio corpo, la vita. Per qualche istante è panico, come se mi stessi giocando a poker tutto quello che ho e stessi perdendo la partita.
So che questa è una vecchia trappola, la paura, l’ansia di dover fare, di voler essere, di raggiungere degli obiettivi. Me ne libererò mai ?
Non sono un fico come Simone Perotti. Mi manca disciplina, lucidità, pazienza. Sento il rischio che il distacco diventi indifferenza. Spesso rischio di credermi uno che ne sa e, quindi, non lascio spazio. Sento il rischio di tendere ansiosamente a un’idea irraggiungibile di me stesso. Sento che avrò tanto di più quanto saprò osare. Sento che ci sono un sacco di trappole, tentazioni, paludi, coccodrilli pronti a morderti alle gambe quando vai a dissetarti al fiume. E’ pericoloso.
Ma sento anche che, semplicemente, questa è la vita. Sulla strada, la gente fa a gomitate per darti una mano, se sorrido e tendo la mia, l’ho sperimentato.
Respiro. Riparto da questo, dal mio presente. Sono convinto che la cosa più importante sia conservare la propria Pace. Che non significa ficcare la testa sotta la sabbia. Significa avere fiducia nella Vita, qualunque cosa sia. Ho degli strumenti per farlo, per cui ripartirò da questa ennesima crisi per cercare di tornare alla mia Pace.
Credo, spero, che un giorno guarderò indietro e ricorderò questi momenti e rimpiangerò di non essermi goduto fino in fondo la vista del mare aperto della Libertà. Ma è soltanto perché la vera Libertà posso trovarla dentro, non fuori di me.
Non fuggire in cerca di libertà quando la tua più grande prigione è dentro di te. (Jim Morrison)
Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare. (Gandhi)