Stanotte, nel Cable Beach Backpackers di Broome abbiamo dormito in 5 nella stanza da 4, ed io sono stato l’unico a cercare di dormire. Tutti gli altri erano in altre faccende affaccendati.
Se la legge di attrazione funziona, non riesco a trovare il bandolo della matassa. O, forse, è una strategia per farmi allenare all’equanimità alle sensazioni. Tutto passa. Faccio fatica però a discernere tra equanimità e indifferenza. Anicca!
In queste 2 settimane abbiamo risalito per oltre 4000 km la costa ovest dell’Australia, dormendo quasi sempre nel camper van, stretti uno all’altro, con tutte le difficoltà che questo comporta, specie quando tra gli altri due comincia a innescarsi un love affair. Ci fermavano poco prima del tramonto vicino a qualche spiaggia remota, talvolta schivando qualche canguro, correndo per immortalare in qualche foto un nuovo spettacolo e contemporaneamente cucinare qualcosa prima che l’oscurità ci sommergesse.
L’alba mi sorprendeva spesso con la necessità di rilasciare qualche mia sostanza biologica come memoria per le future generazioni, qualche nuova foto e un sano “good morning australia”. Giorno dopo giorno, il cielo notturno diventava sempre più degno di nota, la temperatura aumentava, la presenza aborigena pure, la terra rossa dell’outback penetrava in ogni dove, auto, cibo, vestiti.
I parchi non mi hanno entusiasmato, le spiagge invece molto. Bellissime, selvagge, desolate, con una barriera corallina di oltre 200 km e tramonti da panico. Mi sono confrontato con il mio panico di andare sott’acqua, non ricordavo di avere una debolezza su cui avere tanto da lavorare.
E’ stato molto interessante confrontarsi con i due ragazzi che erano con me, i loro gusti, le loro esigenze, il loro modo di fare, stretti nella necessità di condividere tutto, ma proprio tutto, per 2 settimane. Gli esseri umani sono pieni di esigenze. Mai come in questi giorni ho sentito la mancanza di Rocky, un compagno fedele, con davvero poche pretese, silenzioso ma pronto a entusiasmarsi, di cui essere sempre certi dell’affetto.
La persona più ricca è quella che ha meno esigenze. Si diceva già migliaia di anni fa nella Grecia classica.
Gustare ogni istante ma sempre pronti a lasciare andare ogni cosa, senza attaccarvisi generando rabbia o desiderio. Ascoltarsi profondamente ma sempre pronti ad accettare tutto quello che capita, compreso il dolore. Non sembra nemmeno facile.
Ieri siamo arrivati a Broome. E’ la stagione più fredda e secca ma fa davvero caldo, l’atmosfera è quella rilassata dei paesi tropicali, ventilatori sul soffitto, palme, amache, spiaggia lunghissima. Facciamo appena in tempo a sistemarci in ostello, pulire la macchina e riconsegnarla, che Evelyne riceve una telefonata. Suo fratello ha deciso di andarsene. Ha lasciato una lettera alla famiglia e stop. Saluti e baci.
E’ uno shock anche per me. Immagino un dolore liquido che arriva a lei, dalla punta dei piedi sale fino a riempire i polmoni. Tutti i piani cambiati in un momento. Tra 10 minuti parte la navetta per l’aeroporto, domani sarà in Svizzera.
Quello che so, è che tutto questo è da accettare. Per quanto violento e aspro, se accetterà questo momento, accetterà di viverlo tutto, lentamente il dolore passerà, altrimenti lo porterà con sé tutta la vita, verrà fuori quando meno te lo aspetti.
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