martedì 21 giugno 2011

Assaggiando Kimberley

Guidare una bestia alta 3.4 metri lungo una strada che sembra perdersi all’infinito nella regione di Kimberley, con le aquile che ci fanno da apripista poco sopra di noi e la colonna sonora di “Into the wild” nelle orecchie. Tradurre le canzoni di Eddie Vedder e sentirle trovare posto in fondo allo stomaco. Schivare le carogne dei canguri sull’asfalto, cibo per gli abitanti del cielo.



Guadare un fiume con un fuoristrada mentre da un lato la luna sorge in un cielo rosa e dall’altro lato il profilo degli alberi sulle colline si staglia su uno sfondo arancio. Una signora australiana, che ha sposato un italiano 50 anni fa, a cui ho raccontato due ore prima i miei progetti, mi abbraccia e mi augura buona fortuna.



Tutto questo non ha prezzo, e non è un caso. L’ho scelto.

Penso ai giorni passati dietro le sbarre di un ufficio. Penso a chi mi ha ignorato, cercato, desiderato, a chi ha infilato la porta senza dare troppe spiegazioni. Penso a chi è rimasto deluso, a chi mi avrebbe voluto diverso, a chi non ha capito o non ha voluto capire. Penso a me, disteso sul tappeto a immaginare un mondo aldilà del soffitto durante gli anni infiniti dell’università.

Tutto questo non è stato inutile. Mi ha portato fino a qua.

Non ce l’ho con nessuno. Cerco di lasciare andare i tanti errori fatti, i troppi torti percepiti e di fare la mia strada. Con semplicità.



Ho i pantaloni logori, i sandali rotti, la fronte distesa. Nelle foto mi sorprendo a vedermi carico di energia.

Traccio la rotta giorno per giorno. So che ogni giorno è buono per cambiare tutto. Una volta ancora.

1 commento:

  1. Mi ricollego al post prima… mi piace pensare che ogni giorno è utile per arrivare da qualche parte… indipendentemente da dove porterà. La differenza tra chi sogna e chi agisce poi è sempre la stessa: cambiare, rischiare, osare. “So che ogni giorno è buono per cambiare tutto. Una volta ancora.” Dà coraggio, fa pensare che non è mai troppo tardi!

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