Trentatreesimo e ultimo piano del Pacific Regency Hotel in fronte alla Kuala lumpur tower, piscina, splendida vista notturna sulla città, le petronas towers qualche centinaio di metri più in là, sono al Luna bar.
Camerieri impinguinati si aggirano ossequiosi, mi stringono la mano, mi accompagnano a un tavolo in una stanza riservata dove rimpiango di non avere un maglione, ma con vista spaziale. Al tavolo si siedono persone che non conosco, e i pinguini cercano di portare tutti insieme piatti magri ma elaborati. Guardo interrogativo il Ture. Cena per single ? Ma come ci sono finito qua ? E, soprattutto, quanto cazzo dovrò pagare alla fine ?
Mi avventuro in veloci calcoli mentali cercando una risposta. In ogni caso, è troppo tardi per scappare, l’unica cosa intelligente è cercare di godersi la serata, ma non riesco a non chiedermi quanti piatti dovrei lavare per uscirne vivo di qua. Le tizie davanti a me sono carta da parati (le mitiche wallpapers di irlandese memoria), il cinese accanto a me è simpatico, il meglio sembra essere lontano da me. Sono imbarazzato, rimpiango di non avere mio fratello con me, mi concentro sul cibo e punto al dopocena, che infatti non delude le attese. Andiamo in piscina, qualche bella foto dal tetto, chiacchieriamo piacevolmente, scherziamo e ci diamo appuntamento a un futuro prossimo.
Infine mi dirigo triste verso la cassa rassegnato a sottopormi alle forche caudine del conto ma scopro con incredibile sorpresa che qualcuno ha pagato per me e il Ture. Ancora non ho capito cos’è successo, so darmi solo una spiegazione: si vede che me lo merito!
martedì 27 settembre 2011
Luna Bar (English version)
Thirty-third and top floor of the Pacific Regency Hotel in front of the Kuala Lumpur tower, swimming pool, beautiful night view of the city, the Petronas Towers a few hundred yards away, I'm at the Luna bar.
Obsequious penguin-dressed waiters are around, they shake my hand, they take me to a table in a private room where I regret not having a sweater, but with spatial sight. At the table sit people who I don't know, and the penguins are trying to bring everyone together small but processed dishes. I look interrogative the Ture. Dinner for singles? But how did I end up here? And most importantly, how much the fuck I have to pay in the end?
I venture into fast mental calculations for an answer. In any case, it is too late to escape, the only smart thing is trying to enjoy the evening, but I have to wonder how many dishes I should wash to get out of here alive. The girls in front of me are wallpaper (the wallpapers of the mythical Irish memory), the Chinese next to me is nice, the best seems to be far away from me. I'm embarrassed, I regret not having my brother with me, I focus on food and I head to the after dinner that it does not disappoint. We go to the swimming pool, we make some nice pictures from the roof, we chat pleasantly, we joke and we give some meeting in the near future.
Finally I head sadly to the cash resigned to undergo to the bill's torture, but with incredible surprise I discover that someone has paid for me and the Ture. I still do not understand what happened, I can find only one explanation: we can see that I deserve it!
Obsequious penguin-dressed waiters are around, they shake my hand, they take me to a table in a private room where I regret not having a sweater, but with spatial sight. At the table sit people who I don't know, and the penguins are trying to bring everyone together small but processed dishes. I look interrogative the Ture. Dinner for singles? But how did I end up here? And most importantly, how much the fuck I have to pay in the end?
I venture into fast mental calculations for an answer. In any case, it is too late to escape, the only smart thing is trying to enjoy the evening, but I have to wonder how many dishes I should wash to get out of here alive. The girls in front of me are wallpaper (the wallpapers of the mythical Irish memory), the Chinese next to me is nice, the best seems to be far away from me. I'm embarrassed, I regret not having my brother with me, I focus on food and I head to the after dinner that it does not disappoint. We go to the swimming pool, we make some nice pictures from the roof, we chat pleasantly, we joke and we give some meeting in the near future.
Finally I head sadly to the cash resigned to undergo to the bill's torture, but with incredible surprise I discover that someone has paid for me and the Ture. I still do not understand what happened, I can find only one explanation: we can see that I deserve it!
giovedì 15 settembre 2011
3000 pesos di frutta a Tagbilaran
Il tempo alle Filippine ha fatto strani percorsi. Sono stato solo 20 giorni eppure mi è sembrata una vita. Tanti incontri, tante relazioni, tanta fatica, tanta bellezza. Trovo le città abbastanza caotiche, grigie, inquinate ma vive, da esplorare fino all’ultimo angolo, anche nella baracca che sembra più instabile puoi trovare un noleggio di motorini. Fuori dalle città invece è verdissimo, strade strette sembrano infilarsi timide dove la natura è ancora padrona, le tradizionali case di legno mantengono il loro primato e il traffico è rado, così che la gente usa la strada come un cortile. Mi piace molto.
Mi piace mangiare per strada nei ristoranti tradizionali, dove scegli nelle pentole cosa vuoi e te lo aggiungono a un piatto di riso. Rispetto ai formali ristoranti cui siamo abituati, mi sembra di essere a casa. Per uno che passa così tanto tempo da solo, è un dono.
Le persone sono interessantissime. Molti dei giovani ti sorridono e ti salutano, alcuni sono intimoriti, altri ti scrutano senza pudore, pochi anziani ti ignorano. Alcune ragazze sono imbarazzate, ridono nervose e ti osservano con la coda dell’occhio, alcune ti sorridono apertamente, altre scambiano appena lo sguardo. Spesso dopo il saluto arriva la richiesta, ti serve un taxi, ti serve una guida, ti serve una ragazza, vieni nella mia palestra, comprami sta roba, cerchi una moglie filippina. E poi i ragazzini.
Una mattina stavo andando a piedi al torneo di calcetto e mi ero comprato frutta e dolci per il pranzo. Uno dopo l’altro mi hanno fermato bambini scalzi e sporchi, con dei bambini ancora più piccoli in braccio, che ti guardano con gli occhi spalancati come il gatto con gli stivali di Shrek e non ti chiedono soldi, ti chiedono da mangiare. Una banana, un dolcetto. Come fai a dirgli di no ? Gli daresti tutto, gli daresti la vita. Quel giorno sono arrivato al pranzo con 2 pezzetti di mango.
Alla fine diventano estenuanti, ti aspettano in strada, ti seguono e vedi che rompono i coglioni solo a te che sei straniero e diventa difficile per me avere sempre una reazione emotiva soddisfacente.
Quando poi Aiko mi ha chiesto di comprare 3000 pesos di frutta per uscire con lei e suo cugino. Quando Lea, solo per aver chiacchierato in un bar (dove tra l’altro avevo anche pagato da bere) e mai più rivista, mi ha chiesto di regalargli un pupazzo da abbracciare e ricordarsi di me. Quando i recchioni mi tampinavano per uscire insieme (ma gratis), e persone sconosciute mi chiamavano al telefono e quando anche Cristal mi ha chiesto il pupazzo, con i ragazzini fuori dall’albergo ad aspettarmi, avrei voluto spazzare a forza di calci in culo la strada principale di Tagbilaran. Me ne sono andato contento di andarmene, quasi di fretta.
Ma, voglio dire, è colpa mia. Ogni passo che faccio in questo viaggio sembra venirmi a dire che devo abbandonare il mio ipocrita candore finto buonista, e imparare a mandare onestamente e serenamente a fare in culo quando è ora, prima che mi vengano i 5 minuti. La verità, torna e contorna ogni cosa. Detto questo, chiariti i concetti, credo che le Filippine siano un luogo piuttosto piacevole dove stare, mi sono sentito a mio agio più che altrove e la gente, capito come funziona, è splendida.
Mi piace mangiare per strada nei ristoranti tradizionali, dove scegli nelle pentole cosa vuoi e te lo aggiungono a un piatto di riso. Rispetto ai formali ristoranti cui siamo abituati, mi sembra di essere a casa. Per uno che passa così tanto tempo da solo, è un dono.
Le persone sono interessantissime. Molti dei giovani ti sorridono e ti salutano, alcuni sono intimoriti, altri ti scrutano senza pudore, pochi anziani ti ignorano. Alcune ragazze sono imbarazzate, ridono nervose e ti osservano con la coda dell’occhio, alcune ti sorridono apertamente, altre scambiano appena lo sguardo. Spesso dopo il saluto arriva la richiesta, ti serve un taxi, ti serve una guida, ti serve una ragazza, vieni nella mia palestra, comprami sta roba, cerchi una moglie filippina. E poi i ragazzini.
Una mattina stavo andando a piedi al torneo di calcetto e mi ero comprato frutta e dolci per il pranzo. Uno dopo l’altro mi hanno fermato bambini scalzi e sporchi, con dei bambini ancora più piccoli in braccio, che ti guardano con gli occhi spalancati come il gatto con gli stivali di Shrek e non ti chiedono soldi, ti chiedono da mangiare. Una banana, un dolcetto. Come fai a dirgli di no ? Gli daresti tutto, gli daresti la vita. Quel giorno sono arrivato al pranzo con 2 pezzetti di mango.
Alla fine diventano estenuanti, ti aspettano in strada, ti seguono e vedi che rompono i coglioni solo a te che sei straniero e diventa difficile per me avere sempre una reazione emotiva soddisfacente.
Quando poi Aiko mi ha chiesto di comprare 3000 pesos di frutta per uscire con lei e suo cugino. Quando Lea, solo per aver chiacchierato in un bar (dove tra l’altro avevo anche pagato da bere) e mai più rivista, mi ha chiesto di regalargli un pupazzo da abbracciare e ricordarsi di me. Quando i recchioni mi tampinavano per uscire insieme (ma gratis), e persone sconosciute mi chiamavano al telefono e quando anche Cristal mi ha chiesto il pupazzo, con i ragazzini fuori dall’albergo ad aspettarmi, avrei voluto spazzare a forza di calci in culo la strada principale di Tagbilaran. Me ne sono andato contento di andarmene, quasi di fretta.
Ma, voglio dire, è colpa mia. Ogni passo che faccio in questo viaggio sembra venirmi a dire che devo abbandonare il mio ipocrita candore finto buonista, e imparare a mandare onestamente e serenamente a fare in culo quando è ora, prima che mi vengano i 5 minuti. La verità, torna e contorna ogni cosa. Detto questo, chiariti i concetti, credo che le Filippine siano un luogo piuttosto piacevole dove stare, mi sono sentito a mio agio più che altrove e la gente, capito come funziona, è splendida.
Etichette:
Philippines
Ubicazione:
Tagbilaran, Filippine
3000 pesos worth of fruit in Tagbilaran
The time in the Philippines has had some unusual paths. I spent only 20 days but it seemed me like a lifetime. Many meetings, many relations, so much effort, so much beauty. I find the cities quite chaotic, gray, polluted, but alive, to be explored until the last corner, even in the shack that seems more unstable you can find a motorbike rental. Outside the cities is very green, narrow streets seem to slip shy where nature is still master, traditional wooden houses retain their primacy and traffic is sparse, so that people using the street as a courtyard. I really like it.
I like eating on the street in traditional restaurants, where you choose what you want in some pans, and they add it to a plate of rice. Compared to formal restaurants we're used to, it seems to me to be home. For one passing so much time alone, it is a gift.
People are very interesting. Many young people smile and greet you, some are intimidated, others look at you without shame, a few elderly people ignore you. Some girls are embarrassed, they laugh nervously and watch you from the corner of the eye, some smile at you openly, others just gaze exchange. Often the request comes after the greeting, you need a taxi, you need a guide, you need a girl, come to my gym, buy this stuff, you look for a Filipina wife. And then the kids.
One morning I was going to walk to the soccer tournament and I had bought fruit and pastries for lunch. One after the other barefoot and dirty kids, with even smaller children in her arms, stopped me looking at me with eyes wide open as the Puss in Boots from Shrek and they don't ask for money, they ask you to eat. A banana, a piece of candy. How do you say no? You would give him everything, you would give him life. That day I arrived at lunch with 2 pieces of mango.
At the end they become exhausting, they wait from you in the street, they follow you and you see that they break the balls only to you who are a foreigner and it becomes difficult for me to have always an satisfying emotional reaction.
When Aiko asked me to buy 3000 pesos worth of fruit to go out with her and her cousin. When Lea, just for some chat in a bar (where I had also paid to drink) and never seen her anymore, she asked me to give him a stuff toy to hug and remember me. When the gays stalked me to go out together (but free), and unknown people continuously called me on the phone and when even Cristal asked me the stuff toy, and the kids outside the hotel were still waiting for me, I would have wanted to clean by kick in the ass the main street of Tagbilaran. I left glad to go, almost in a hurry.
But, I mean, it's my fault. Every step I take on this trip seems to tell me that I must leave my hypocritical innocence fake feel-good, and learn how to send to hell honestly and calmly when it's time, before I have the 5 minutes. The truth comes back and surrounds everything. That said, clarified the concepts, I believe that the Philippines is a rather pleasant place to stay, I felt more at ease than anywhere else and the people, understood how it works, it is wonderful.
I like eating on the street in traditional restaurants, where you choose what you want in some pans, and they add it to a plate of rice. Compared to formal restaurants we're used to, it seems to me to be home. For one passing so much time alone, it is a gift.
People are very interesting. Many young people smile and greet you, some are intimidated, others look at you without shame, a few elderly people ignore you. Some girls are embarrassed, they laugh nervously and watch you from the corner of the eye, some smile at you openly, others just gaze exchange. Often the request comes after the greeting, you need a taxi, you need a guide, you need a girl, come to my gym, buy this stuff, you look for a Filipina wife. And then the kids.
One morning I was going to walk to the soccer tournament and I had bought fruit and pastries for lunch. One after the other barefoot and dirty kids, with even smaller children in her arms, stopped me looking at me with eyes wide open as the Puss in Boots from Shrek and they don't ask for money, they ask you to eat. A banana, a piece of candy. How do you say no? You would give him everything, you would give him life. That day I arrived at lunch with 2 pieces of mango.
At the end they become exhausting, they wait from you in the street, they follow you and you see that they break the balls only to you who are a foreigner and it becomes difficult for me to have always an satisfying emotional reaction.
When Aiko asked me to buy 3000 pesos worth of fruit to go out with her and her cousin. When Lea, just for some chat in a bar (where I had also paid to drink) and never seen her anymore, she asked me to give him a stuff toy to hug and remember me. When the gays stalked me to go out together (but free), and unknown people continuously called me on the phone and when even Cristal asked me the stuff toy, and the kids outside the hotel were still waiting for me, I would have wanted to clean by kick in the ass the main street of Tagbilaran. I left glad to go, almost in a hurry.
But, I mean, it's my fault. Every step I take on this trip seems to tell me that I must leave my hypocritical innocence fake feel-good, and learn how to send to hell honestly and calmly when it's time, before I have the 5 minutes. The truth comes back and surrounds everything. That said, clarified the concepts, I believe that the Philippines is a rather pleasant place to stay, I felt more at ease than anywhere else and the people, understood how it works, it is wonderful.
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English,
Philippines
Ubicazione:
Graham Ave, Tagbilaran 6300, Filippine
domenica 4 settembre 2011
Camiguin Island
Trovo delizioso svegliarmi la mattina con la voce del mare, i colori dell’alba che entrano timidi nella stanza fino a riempirla di luce. Mi godo la brezza del ventilatore, mi giro nel letto e prendo sonno un’altra volta.
Non ho fretta. Oppure si ? Ieri ho conosciuto Renato, 63 anni di Stuttgart, Germania. E’ andato in pensione da 5 anni, vive qui a Camiguin island da 4 ed è diventato padre da 2 anni e 8 mesi. Fuma il sigaro e gioca con sua figlia, sembra un ragazzino, ha meno capelli bianchi di me. Non c’è fretta, qui. Non c’è tensione, tutti sembrano rilassati e cordiali. Semplici.
Vanessa sta dormendo ancora. Ha avuto un problema alla gamba, una vena che si è infiammata, per cui siamo stati all’ospedale General Santos di Butuan e il dottore le ha prescritto antibiotici e antidolorifici. La gamba va bene ora ma una volta al giorno si sente male, febbre o nausea, domani dovrebbe finire le cure.
Da quando sono partito, non molto è andato come mi aspettavo. Ogni volta cerco di non perdermi la lezione, di vedere il lato positivo, di dare significato. Sto imparando tanto di me, le mie debolezze, le trappole della mia mente, i miei punti di forza. Non so se e quanto sono cambiato, non ho punti di riferimento e non so se questi cambiamenti sono definitivi o no.
Comunque sia, ora mi è chiaro che la prospettiva di diventare una persona migliore va pesata con grande attenzione. Il miglioramento personale è un ottimo ideale, se l’intenzione che ci sta dietro è quella corretta. Temo che spesso l’intenzione che ci sta dietro è che “devo migliorare per essere amato, per essere degno d’amore”. Questa intenzione è una prigione dalla quale non si esce, un’autostrada verso l’infelicità.
L'intenzione positiva è “desidero migliorare perché voglio imparare a rendere la vita, mia e degli altri, ancora più ricca, partendo dall’accettarmi e dall’amarmi così come sono, qui e ora.”
Per esempio, da quando sono partito ho trovato una quantità di persone che mi hanno detto che sono bellissimo, handsome, o guapo, in filippino. Mi guardo intorno e mi dico sta parlando con me ? In Italia non ne ho memoria. Guardo le mie foto su facebook e comincio a crederci, comincio a 37 anni a credere alla mia bellezza. Naturalmente non parlo della bellezza dei modelli, ma alla luminosità, all’energia, all’armonia. Sembrerà una cazzata ma secondo me è una cosa straordinaria.
Onestamente, mi sembra anche di aver imparato a vedere cose che prima non vedevo e a sentire cose che mi prima non sentivo, e anche di aver sviluppato una certa sensibilità nel fotografare i tramonti. Ieri ho trovato una cascata nascosta in mezzo alla giungla e, credetemi, quel posto era speciale, sono felice di non aver preso una guida per arrivarci. Il contesto ha la sua importanza. Uno può essere in pace in coda nel caldo afoso di Milano ma, a mio modesto parere, cominciare da Camiguin island è meglio.
Non ho fretta. Oppure si ? Ieri ho conosciuto Renato, 63 anni di Stuttgart, Germania. E’ andato in pensione da 5 anni, vive qui a Camiguin island da 4 ed è diventato padre da 2 anni e 8 mesi. Fuma il sigaro e gioca con sua figlia, sembra un ragazzino, ha meno capelli bianchi di me. Non c’è fretta, qui. Non c’è tensione, tutti sembrano rilassati e cordiali. Semplici.
Vanessa sta dormendo ancora. Ha avuto un problema alla gamba, una vena che si è infiammata, per cui siamo stati all’ospedale General Santos di Butuan e il dottore le ha prescritto antibiotici e antidolorifici. La gamba va bene ora ma una volta al giorno si sente male, febbre o nausea, domani dovrebbe finire le cure.
Da quando sono partito, non molto è andato come mi aspettavo. Ogni volta cerco di non perdermi la lezione, di vedere il lato positivo, di dare significato. Sto imparando tanto di me, le mie debolezze, le trappole della mia mente, i miei punti di forza. Non so se e quanto sono cambiato, non ho punti di riferimento e non so se questi cambiamenti sono definitivi o no.
Comunque sia, ora mi è chiaro che la prospettiva di diventare una persona migliore va pesata con grande attenzione. Il miglioramento personale è un ottimo ideale, se l’intenzione che ci sta dietro è quella corretta. Temo che spesso l’intenzione che ci sta dietro è che “devo migliorare per essere amato, per essere degno d’amore”. Questa intenzione è una prigione dalla quale non si esce, un’autostrada verso l’infelicità.
L'intenzione positiva è “desidero migliorare perché voglio imparare a rendere la vita, mia e degli altri, ancora più ricca, partendo dall’accettarmi e dall’amarmi così come sono, qui e ora.”
Per esempio, da quando sono partito ho trovato una quantità di persone che mi hanno detto che sono bellissimo, handsome, o guapo, in filippino. Mi guardo intorno e mi dico sta parlando con me ? In Italia non ne ho memoria. Guardo le mie foto su facebook e comincio a crederci, comincio a 37 anni a credere alla mia bellezza. Naturalmente non parlo della bellezza dei modelli, ma alla luminosità, all’energia, all’armonia. Sembrerà una cazzata ma secondo me è una cosa straordinaria.
Onestamente, mi sembra anche di aver imparato a vedere cose che prima non vedevo e a sentire cose che mi prima non sentivo, e anche di aver sviluppato una certa sensibilità nel fotografare i tramonti. Ieri ho trovato una cascata nascosta in mezzo alla giungla e, credetemi, quel posto era speciale, sono felice di non aver preso una guida per arrivarci. Il contesto ha la sua importanza. Uno può essere in pace in coda nel caldo afoso di Milano ma, a mio modesto parere, cominciare da Camiguin island è meglio.
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luce,
Philippines
Ubicazione:
Camiguin, Filippine
Camiguin Island (English version)
I find delicious to wake up in the morning with the voice of the sea, the colors of dawn come up shy in the room until to fill it of light. I enjoy the breeze of a fan, I turn in bed and I fall asleep again.
I'm not in a hurry. Or yes? Yesterday I met Renato, 63 years in Stuttgart, Germany. He retired from 5 years, He lives here in Camiguin Island from 4 years and He became a father from 2 years and 8 months. He smokes a cigar and plays with his daughter, looks like a boy, has less white hair than me. There's no hurry here. There is no tension, everyone seems relaxed and friendly. Simple.
Vanessa is still sleeping. He had a problem in his leg, a vein that is inflamed, so we were General Santos hospital in Butuan and the doctor has prescribed antibiotics and painkillers. The leg is fine now but once a day she feels unwell, fever or nausea, care should end tomorrow.
Since I left, not much went as I expected. Whenever I try not to miss the lesson, to see the positive side, to give meaning. I'm learning so much about myself, my weaknesses, the traps of my mind, my strengths. I don't know if and how much I've changed, I have no points of reference and don't know if these changes are final or not.
However, now is clear to me that the prospect of becoming a better person has to be weighed very carefully. The personal improvement is a great ideal, if the intention behind it is correct. I fear that often the intention behind it is that "I have to improve to be loved, to be worthy of love." This intention is a prison from which you can't exit, a highway to the unhappiness.
The positive intention is "I desire to improve because I want to learn how to make my life and the life of the others, even richer, starting from accepting myself and loving myself as I am, here and now."
For example, since when I left I found a lot of people told me I am beautiful, handsome, or guapo, in Filipino. I look around and I say to myself he is talking to me? In Italy I have no memory of this. I look at my photos on facebook and I start to believe it, I start at 37 years to believe to my beauty. Of course I don't speak of the beauty of the models, but the brightness, energy, harmony. It will look fucked up but I think it's an extraordinary thing.
Honestly, I also seem to have learned to see things that I didn't see before and hear things that I didn't hear first, and also to have developed a certain sensitivity to photograph the sunsets. Yesterday I found a waterfall hidden in the jungle, and believe me, that place was special, I'm happy not to have taken a guide to get there. The context has its own importance. One can be at peace in the queue in the sweltering heat of Milan, but in my humble opinion, it is better to start from Camiguin Island.
I'm not in a hurry. Or yes? Yesterday I met Renato, 63 years in Stuttgart, Germany. He retired from 5 years, He lives here in Camiguin Island from 4 years and He became a father from 2 years and 8 months. He smokes a cigar and plays with his daughter, looks like a boy, has less white hair than me. There's no hurry here. There is no tension, everyone seems relaxed and friendly. Simple.
Vanessa is still sleeping. He had a problem in his leg, a vein that is inflamed, so we were General Santos hospital in Butuan and the doctor has prescribed antibiotics and painkillers. The leg is fine now but once a day she feels unwell, fever or nausea, care should end tomorrow.
Since I left, not much went as I expected. Whenever I try not to miss the lesson, to see the positive side, to give meaning. I'm learning so much about myself, my weaknesses, the traps of my mind, my strengths. I don't know if and how much I've changed, I have no points of reference and don't know if these changes are final or not.
However, now is clear to me that the prospect of becoming a better person has to be weighed very carefully. The personal improvement is a great ideal, if the intention behind it is correct. I fear that often the intention behind it is that "I have to improve to be loved, to be worthy of love." This intention is a prison from which you can't exit, a highway to the unhappiness.
The positive intention is "I desire to improve because I want to learn how to make my life and the life of the others, even richer, starting from accepting myself and loving myself as I am, here and now."
For example, since when I left I found a lot of people told me I am beautiful, handsome, or guapo, in Filipino. I look around and I say to myself he is talking to me? In Italy I have no memory of this. I look at my photos on facebook and I start to believe it, I start at 37 years to believe to my beauty. Of course I don't speak of the beauty of the models, but the brightness, energy, harmony. It will look fucked up but I think it's an extraordinary thing.
Honestly, I also seem to have learned to see things that I didn't see before and hear things that I didn't hear first, and also to have developed a certain sensitivity to photograph the sunsets. Yesterday I found a waterfall hidden in the jungle, and believe me, that place was special, I'm happy not to have taken a guide to get there. The context has its own importance. One can be at peace in the queue in the sweltering heat of Milan, but in my humble opinion, it is better to start from Camiguin Island.
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Camiguin, Filippine
giovedì 1 settembre 2011
Banana fritta filippina.
Stanotte ha piovuto. Sdraiato sul letto del mio bungalow 2x2 metri mi sono incantato a guardare la pioggia cadere nella semioscurità, e dalla finestra mi arrivava la familiare voce del mare, forse a tre metri da me. Qui, a Kaputian, Samal island, Davao del Norte, Mindanao, Philippines, il tempo è ottimo. Sole di giorno e pioggia di notte, a rinfrescare.
Sto cominciando a usare la guida al contrario. Vado nei posti che non sono nominati, ma di cui si trova qualche traccia su internet, magari perché c’è qualche leggenda di guerra civile. Effettivamente c’è polizia ed esercito dappertutto, ti perquisiscono quando entri nei locali o nella stazione degli autobus ma la mia sensazione di sicurezza è elevatissima, notte e giorno. Anche parlando con la gente capisci che puoi trovare rogne solo se te le vai a cercare. E non qui.
Da queste parti ho potuto contare i turisti sulle dita di una mano. E ciò è meraviglioso, perché si può avere un’autentica esperienza della vita della popolazione locale. L’altra parte della medaglia è che, in quanto turista, sei tu stesso un’attrazione, molte persone ti fissano interrogative, o sorprese, proporzionalmente all’età. Alcuni tentano un approccio, specie i giovani, che sono golosi di novità, ma spesso con l’intento di venderti qualcosa. Chi non sa parlare inglese spesso è intimidito, ti dice no prima ancora che tu abbia posto una domanda, anche se vuoi soltanto chiedere indicazioni di una località. E’ difficile trovare mappe, informazioni, servizi, capire qual è un prezzo onesto. Alla lunga, diventa fastidioso, occorre proprio cambiare mentalità di viaggio, prenderla con grande calma.
Il sud-est asiatico, per quello che ho potuto vedere, è pieno di gente. Anche nel posto più sperduto trovi un villaggetto, una baracchetta, non c’è verso di stare per conto proprio. Inoltre questa mia esperienza asiatica mi sta facendo apprezzare la più grande invenzione del mondo occidentale: la carta igienica. Nelle case popolari non esiste lavandino, doccia, carta igienica. Si fa tutto con un secchio sopra (o accanto) la tazza del cesso. E nei bagni pubblici faccio ancora fatica. Ho provato a chiedere a qualche locale come fanno a pulirsi solo con il secchio, se c’è qualche tecnica astuta… ma credo che in fondo forse non voglio saperlo. Ho comprato un rotolo e lo tengo sempre nello zaino, faccio prima così.
A Cagayan de oro ho pagato 3 euro per un’ora di massaggio full-body. A Butuan 41 euro per 2 antibiotici e 2 antidolorifici, 5 euro per una visita specialistica in ospedale, 1 euro per un piatto di riso con carne e verdure, 11 euro per una camera doppia in un albergo economico, 6 euro per un viaggio di 286 km e 8 ore in un autobus senza aria condizionata, pochi centesimi per uno spostamento diurno in jeepney o in motorella, per un bicchiere di succo di cocco o una banana fritta.
Trovo difficile, a volte, non sentirmi superiore. La mia cultura, il mio denaro, le mie capacità, l’immagine che un italiano porta con sé, mi colloca in una posizione superiore, dal punto di vista sociale, rispetto alla maggior parte delle persone qui. E quindi mi rende più attraente, più importante, più potente. Mi sorprendo qualche volta a compiacermi di questa differenza, mi sorprendo a cercarla negli occhi delle persone e mi sento così debole in quei momenti, così schiavo. Non voglio usare il mio potere per prendere qualcosa dagli altri, voglio usarlo per entrare in connessione, per quanto questo sia possibile.
Siamo tutti una cosa sola, in ognuno di noi c’è una scintilla divina, solo che la maggior parte non lo sa, o non ci crede. Ma, quando sono in pace, riesco a vederla, riesco a vedere, in un particolare, la vera bellezza illuminare il volto di ogni persona.
Sto cominciando a usare la guida al contrario. Vado nei posti che non sono nominati, ma di cui si trova qualche traccia su internet, magari perché c’è qualche leggenda di guerra civile. Effettivamente c’è polizia ed esercito dappertutto, ti perquisiscono quando entri nei locali o nella stazione degli autobus ma la mia sensazione di sicurezza è elevatissima, notte e giorno. Anche parlando con la gente capisci che puoi trovare rogne solo se te le vai a cercare. E non qui.
Da queste parti ho potuto contare i turisti sulle dita di una mano. E ciò è meraviglioso, perché si può avere un’autentica esperienza della vita della popolazione locale. L’altra parte della medaglia è che, in quanto turista, sei tu stesso un’attrazione, molte persone ti fissano interrogative, o sorprese, proporzionalmente all’età. Alcuni tentano un approccio, specie i giovani, che sono golosi di novità, ma spesso con l’intento di venderti qualcosa. Chi non sa parlare inglese spesso è intimidito, ti dice no prima ancora che tu abbia posto una domanda, anche se vuoi soltanto chiedere indicazioni di una località. E’ difficile trovare mappe, informazioni, servizi, capire qual è un prezzo onesto. Alla lunga, diventa fastidioso, occorre proprio cambiare mentalità di viaggio, prenderla con grande calma.
Il sud-est asiatico, per quello che ho potuto vedere, è pieno di gente. Anche nel posto più sperduto trovi un villaggetto, una baracchetta, non c’è verso di stare per conto proprio. Inoltre questa mia esperienza asiatica mi sta facendo apprezzare la più grande invenzione del mondo occidentale: la carta igienica. Nelle case popolari non esiste lavandino, doccia, carta igienica. Si fa tutto con un secchio sopra (o accanto) la tazza del cesso. E nei bagni pubblici faccio ancora fatica. Ho provato a chiedere a qualche locale come fanno a pulirsi solo con il secchio, se c’è qualche tecnica astuta… ma credo che in fondo forse non voglio saperlo. Ho comprato un rotolo e lo tengo sempre nello zaino, faccio prima così.
A Cagayan de oro ho pagato 3 euro per un’ora di massaggio full-body. A Butuan 41 euro per 2 antibiotici e 2 antidolorifici, 5 euro per una visita specialistica in ospedale, 1 euro per un piatto di riso con carne e verdure, 11 euro per una camera doppia in un albergo economico, 6 euro per un viaggio di 286 km e 8 ore in un autobus senza aria condizionata, pochi centesimi per uno spostamento diurno in jeepney o in motorella, per un bicchiere di succo di cocco o una banana fritta.
Trovo difficile, a volte, non sentirmi superiore. La mia cultura, il mio denaro, le mie capacità, l’immagine che un italiano porta con sé, mi colloca in una posizione superiore, dal punto di vista sociale, rispetto alla maggior parte delle persone qui. E quindi mi rende più attraente, più importante, più potente. Mi sorprendo qualche volta a compiacermi di questa differenza, mi sorprendo a cercarla negli occhi delle persone e mi sento così debole in quei momenti, così schiavo. Non voglio usare il mio potere per prendere qualcosa dagli altri, voglio usarlo per entrare in connessione, per quanto questo sia possibile.
Siamo tutti una cosa sola, in ognuno di noi c’è una scintilla divina, solo che la maggior parte non lo sa, o non ci crede. Ma, quando sono in pace, riesco a vederla, riesco a vedere, in un particolare, la vera bellezza illuminare il volto di ogni persona.
Philippine fried banana
Last night it rained. Lying on the bed of 2x2 meters of my bungalow I was enchanted to see the rain falling in the semi-darkness, and through the window came the familiar voice of the sea, perhaps three metres from me. Here, Kaputian, Samal Island, Davao del Norte, Mindanao, Philippines, the weather is good. Sun by day and rain by night, to refresh.
I'm starting to use the guide to the contrary. I go to places that are not mentioned, but some traces of which can be found on the Internet, perhaps because there is some legend of civil war. Indeed, there is police and soldiers everywhere, they search you when you enter the shops or in the bus station but my sense of security is very high, night and day. Even talking to people you know you can find trouble only if you go to the search. And not here.
Here I could count the tourists on the fingers of one hand. And this is wonderful, because you can have an authentic experience of life of local people. The other side of the coin is that, as a tourist, you yourself are an attraction, many people staring at you interrogative, or surprises, in proportion to age. Some try an approach, especially the young people who are greedy for novelty, but often with the intent to sell you something. Those who can not speak English are often intimidated, he says you no even before you've asked a question, even if you just want to ask for directions to a location. It's hard to find maps, information, services, understand what is a fair price. In the long run, it become troublesome, you must change your mind travel, take it very calmly.
The south-east Asia, for what I could see, is full of people. Even in the most remote there is a village, a hut, there's no way to stay on their own. Also my Asian experience is making me appreciate the greatest invention of the Western world: the toilet paper. In the popular houses there is no sink, shower, toilet paper. Everything is done with a bucket on top (or beside) the toilet bowl. And I still find it hard in public bathrooms. I tried to ask some local grooming as they do only with the bucket, if there is any technical cunning ... but I think in the end might not want to know. I bought a roll and I always keep in your backpack, I do so first.
In Cagayan de Oro I paid 3 euros for one hour full body massage. In Butuan 41 euros for 2 antibiotics and 2 painkillers, 5 euros for a specialist in hospital, 1 euro for a plate of rice with meat and vegetables, 11 euros for a double room in a cheap hotel, 6 euros for a trip of 286 km and 8 hours in a bus without air conditioning, a few cents a day move by jeepney or motorella for a glass of coconut juice or a fried banana.
I find it hard sometimes not to feel superior. My culture, my money, my skills, the image that carries with it an Italian, puts me in a superior position, from the social point of view, than most of the people here. So it makes me more attractive, more important, more powerful. I catch myself sometimes to please me for this difference, I find myself looking for it in the eyes of people and I feel so weak in those moments, so slave. I don't want to use my power to take something from others, I want to use it to enter into connection, as this is possible.
We are all one, in each of us is a divine spark, just that most don't know, or doesn't believe it. But, when I'm alone, I can see it, I can see, in a particular, the true beauty illuminate the face of every person.
I'm starting to use the guide to the contrary. I go to places that are not mentioned, but some traces of which can be found on the Internet, perhaps because there is some legend of civil war. Indeed, there is police and soldiers everywhere, they search you when you enter the shops or in the bus station but my sense of security is very high, night and day. Even talking to people you know you can find trouble only if you go to the search. And not here.
Here I could count the tourists on the fingers of one hand. And this is wonderful, because you can have an authentic experience of life of local people. The other side of the coin is that, as a tourist, you yourself are an attraction, many people staring at you interrogative, or surprises, in proportion to age. Some try an approach, especially the young people who are greedy for novelty, but often with the intent to sell you something. Those who can not speak English are often intimidated, he says you no even before you've asked a question, even if you just want to ask for directions to a location. It's hard to find maps, information, services, understand what is a fair price. In the long run, it become troublesome, you must change your mind travel, take it very calmly.
The south-east Asia, for what I could see, is full of people. Even in the most remote there is a village, a hut, there's no way to stay on their own. Also my Asian experience is making me appreciate the greatest invention of the Western world: the toilet paper. In the popular houses there is no sink, shower, toilet paper. Everything is done with a bucket on top (or beside) the toilet bowl. And I still find it hard in public bathrooms. I tried to ask some local grooming as they do only with the bucket, if there is any technical cunning ... but I think in the end might not want to know. I bought a roll and I always keep in your backpack, I do so first.
In Cagayan de Oro I paid 3 euros for one hour full body massage. In Butuan 41 euros for 2 antibiotics and 2 painkillers, 5 euros for a specialist in hospital, 1 euro for a plate of rice with meat and vegetables, 11 euros for a double room in a cheap hotel, 6 euros for a trip of 286 km and 8 hours in a bus without air conditioning, a few cents a day move by jeepney or motorella for a glass of coconut juice or a fried banana.
I find it hard sometimes not to feel superior. My culture, my money, my skills, the image that carries with it an Italian, puts me in a superior position, from the social point of view, than most of the people here. So it makes me more attractive, more important, more powerful. I catch myself sometimes to please me for this difference, I find myself looking for it in the eyes of people and I feel so weak in those moments, so slave. I don't want to use my power to take something from others, I want to use it to enter into connection, as this is possible.
We are all one, in each of us is a divine spark, just that most don't know, or doesn't believe it. But, when I'm alone, I can see it, I can see, in a particular, the true beauty illuminate the face of every person.
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